XXIII PREMIO SULMONA

GIORGIO DI GENOVA

Sfruttando il suo innato temperamento grafico Atzeni nella sua pittura che gira intorno alla donna(e spesso alle sue gambe) coniuga gaiamente la pop art con un cromatismo di estrazione Matissiana. Il viaggio in treno e soprattutto in nave, come si addice ad un Cagliaritano che vive a La Spezia, è il leit-motiv della sua vita , in cui svolge anche l’attività di fotografo, e della sua pittura tra cartoon e cartellonismo pubblicitario, pervasa di simboli femminili e di citazioni, ora dei nudi di Modigliani ora del pesce di Matisse.

Egli sciorina le sue scene come fossero le illustrazioni di un libro edito nella collana dei tempi andati, quale fu la Scala d’Oro, che da storica con Atzeni s’è fatta Postmoderna, percui sono pertinenti le sue moltiplicazioni dei pesci, delle donne, talora con le gambe gialle, come nel dipinto con la scritta in ideogrammi Cinesi, che significa “Casa come me”.

Riferito alla villa di Capri donata al governo Cinese, e di tutti gli altri simboli in un gioco delle parti metamorfico, nel quale l’apertura di un bicchiere può divenire una carnosa bocca rossa con tra le labra una cannuccia per bibita, un nudo femminile di spalle può diventare un violoncello, rigogliose mammelle in un dessert, né più né meno di quanto ideò nell’ambito della cucina futurista Marisa Mori nella sua ricetta Mammelle Italiane al sole.

testo tratto dal catalogo della rassegna

CASA MALAPARTE

acrilico su tela 100×120 – 2007
BIBITA

acrilico su tela 80×80 – 2004